Passo TOMARLO, passo FORCELLA e passo GHIFI
Il percorso
116 impegnativi chilometri si snodano in un anello che prevede il valico di cinque passi e l’attraversamento di tre valli. Il percorso è impegnativo e presenta un dislivello complessivo superiore ai 2000 metri. Con partenza da Bedonia (500 m), si affrontano subito i 5,9 km del passo Montevacà (805 m). La pendenza media si aggira attorno al 5%, tuttavia non mancano alcuni tratti in cui si raggiunge il 10%. Superato il valico, si scende in un paio di chilometri a Ponteceno, da dove si percorrono altri 5 km in direzione Anzola da cui si attacca la scalata del passo del Tomarlo. Fino ad Anzola si tratta di un falsopiano, privo di pendenze di rilievo, quindi la strada si impenna e la pendenza si attesta con insolita regolarità tra il 6 e il 9%. Non vi sono strappi particolarmente bruschi; l’ascesa è regolare ma concede pochi attimi di tregua. 13 tornanti si susseguono, alternandosi a lunghi rettilinei. Presso Casalporino, tre chilometri oltre Anzola, si registra la pendenza massima, del 10%. Dal passo, posto a 1464 m s.l.m., si scende in direzione di S.Stefano d’Aveto (1017 m); quindi si prosegue per Allegrezze e La Villa. Una serie di sali-scendi precedono l’abitato di Rezzoaglio (715 m) e proseguono oltre il paese, finchè un tratto di falsopiano conduce a Cabanne e Parazzuolo (817 m), dove si attacca la salita della Forcella (875 m), breve e priva di parti impegnative. Dal Passo, picchiata verso Borzonasca (158 m), attraversando in discesa Bertigaro, Campori, Brizzolara. A Borzonasca, seguendo le indicazioni per Prato Sopralacroce, si inizia la scalata del passo del Ghiffi: 14 km che non danno tregua, con una pendenza media del 7%, ma massime che raggiungono il 10-12% nei 7 km che precedono Prato e il 16% tra Vallepiana e il Passo. Dal Ghiffi (1084 m), si arriva in discesa al passo del Bocco (960 m). Di lì a Bedonia si scende per 27 km, con tratti di falsopiano. Oltrepassato Piane di Carniglia, una breve salita precede Bedonia, dove si giunge in discesa.
L’ambiente
Dopo Casalporino, la scalata del Tomarlo si presenta esposta al sole. Il paesaggio è brullo e privo di insediamenti umani nelle immediate vicinanze, ma offre splendidi panorami da entrambi i lati della strada. Per gran parte dell’ascesa, è visibile frontalmente il Monte Tomarlo, in tutta la sua possenza. Più scostato a sinistra si osserva il Penna. Scendendo dal Passo del Tomarlo è possibile ammirare la Val d’Aveto e S.Stefano, simile in tutto e per tutto ad un paese alpino, ai piedi delle vette più importanti della zona. Folte pinete si alternano a tratti esposti al sole fino a Cabanne. La vallata, molto ampia, diviene più brulla da qui alla Forcella. Dal Valico si possono godere fantastici panorami verso Borzonasca e Chiavari, che ancora non si scorge. Gran parte della discesa e della successiva salita, fino a Vallepiana, sono ombreggiati. Arido il paesaggio che caratterizza gli ultimi tre chilometri del Ghiffi, da cui si può apprezzare l’entità dell’impresa. Dal Bocco a Bedonia, boschi di aghifoglie e faggi coprono la strada.
Giro d’Italia
Nel 1994 il Passo del Ghiffi è stato meta di una crono-scalata del Giro d’Italia, vinta da Berzin, davanti a Indurain e Pantani.
Note
Il nome Ghiffi deriva dalla voce dialettale Ghiffo, ossia cinghiale.
Traffico
Scarso, eccezion fatta per la fondovalle.
Fondo stradale
Il fondo stradale è in ottime condizioni per tutto il tratto compreso tra Bedonia e Borzonasca; l’asfalto è stato recentemente rifatto tra il paese di Libbia (sotto al Montevacà, dal versante bedoniese) e il Tomarlo. Da Borzonasca al Bocco l’asfalto è vecchio e in cattive condizioni, sdrucciolevole e con alcune buche o crepe. Alcuni tratti, tuttavia, sono stati riasfaltati. La discesa del Passo del Bocco presenta un manto stradale in condizioni perfette. Soltanto tra Piane di Carniglia e Bedonia torna ad essere sdrucciolevole.
Rifornimento idrico
Possibile poco prima del passo del Tomarlo. Prima di giungere a Piane di Carniglia è possibile dissetarsi presso una fonte ferruginosa (550 m).